La storia
Il Giardino Alpino di Campo Imperatore è uno dei pochissimi giardini di altitudine degli Appennini. Venne istituito in seno al Consiglio Nazionale delle Ricerche, per iniziativa del Prof. Vincenzo Rivera, in data 1° luglio 1950.
Dopo i primi lavori finalizzati all'allestimento delle aiuole, si costruì la recinzione per proteggere l'area dagli animali pascolanti e, successivamente, un semplice impianto idrico.
Le prime attività riguardavano in particolare:
il riconoscimento e, finchè possibile, la coltivazione, nel perimetro del Giardino, del più gran numero di specie della flora locale d'altitudine;
la raccolta, la coltivazione e lo tudio particolare del più gran numero possibile di specie di pascolo montano, con l'intento di contribuire alle provvidenze per i pascoli esauriti e degradati, specialmente dell'Appennino Centrale e Meridionale d'Italia;
lo studio dell'influenza dell'ambiente di altitudine sul metabolismo vegetale.
Con l'aiuto di un apposito giardiniere, che permaneva in loco durante tutta la buona stagione, vennero messe a dimora circa 300 entità alpine di varia provenienza (Gran Sasso, Alpi, ecc.) e di vario interesse fitogeografico (illiriche, endemiche, artiche, ecc.).
Di ognuna fu preparato un exiccatum, per cui in pochi anni si costituì un interessante erbario, attualmente conservato nel Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università dell'Aquila.
Il Giardino Alpino arrecò perciò un notevole contributo alle conoscenze della flora montana ed alpina appenninica, specialmente del Gran Sasso, e fu meta di numerosi studiosi italiani e stranieri.
Raccolse inoltre intorno a sé 2 notevoli manifestazioni scientifiche: il Convegno di studi sui pascoli dell'Italia centromeridionale nel 1955, e l'escursione sociale della Società Botanica Italiana nel 1961, entrambe con larga partecipazione e con numerose e quotate relazioni.
Fondamentali furono anche gli studi, ivi compiuti, che accertarono come il trifoglio cespitoso (Trifolium thalii Vill.) esplichi un' azione assai efficace nello stabilizzare il suolo e nel difenderlo dall' erosione (oltre ad essere massimamente appetita dal bestiame).
Dopo appena dieci anni dalla sua inaugurazione, avvenuta il 6 settembre 1952, per varie cause il Giardino fu gradatamente trascurato e lentamente andò in rovina.
La rete di recinzione, che annualmente veniva abbattuta in più punti dal carico di neve, non fu rialzata, per cui per parecchi anni ci fu libero accesso alle persone ed al pascolo. Il tetto dell' edificio, che nel frattempo rimase chiuso ininterrottamente per lunghi anni, in qualche tratto perse le tegole e l'umidità si infiltrò da per tutto.
Finalmente nel 1971 per interessamento dell'Università dell' Aquila, il C.N.R., (proprietario dello stabile) ed il Comune dell' Aquila (proprietario del terreno) cedettero in uso il complesso all'Università stessa, la quale a sua volta, lo affidò all'Istituto di Botanica.
Da allora lentamente è cominciata l'opera di riassestamento, e pur in mezzo a difficoltà grandissime, finanziarie e di carenza di personale, grazie all'aiuto di alcuni Enti, ed in primis dell' Azienda di Stato Foreste Demaniali, si sono rifatti i primi lavori sia all'edificio che alle aiuole
In tale periodo sono state messe a dimora, prelevate dai luoghi naturali, un centinaio di piante, tra cui
●la primula orecchia dell'orso (Primula auricola L.);
●il papavero alpino (Papaver alpinum ssp. ernesti-mayeri Mark.);
●la violetta della Majella (Viola majellensis Porta e Rigo);
●la pianta medaglione (Isatis allioni Ball);
●la stella alpina appenninica (Leontopodium nivale D.C.);
●l'adonide giallo (Adonis distortus Ten.);
●la lingua di cane della majella (Cynoglossum magellense Ten.) ecc.
●Sono state iniziate prove di acclimatazione e di coltivazione di alcune piante medicinali, tra cui la genziana maggiore (Gentiana ●lutea L.) ed il genepì appenninico (Artemisia umbelliformis Lam. subsp. eriantha (Ten.) Vallès-Xirau & Branas).
Negli anni successivi il Giardino ha assunto una funzione eminentemente educativa e didattica, indirizzando perciò gli sforzi alla raccolta ed alla coltivazione delle entità più tipiche della flora montana ed alpina dell' Appennino Centrale, in modo da avere in uno spazio ristretto la presenza viva delle piante più interessanti di quel settore, sì da specializzare questa istituzione alla coltivazione e conservazione della flora centro appenninica.
Alla memoria del Prof. Vincenzo Rivera al quale il Giardino Alpino di Campo Imperatore è stato intitolato, va la nostra gratitudine.